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Attualità venerdì 19 febbraio 2016 ore 15:50

Il no di Legambiente all'abbattimento dei lupi

Per Legambiente è una decisione sbagliata che non risolverà il problema, anzi annullerà l'impegno sulla prevenzione del conflitto



GROSSETO — Una specifica azione del Piano di conservazione e gestione del lupo, redatto dall'Unione Zoologica Italiana, prevede che il Ministero dell'Ambiente autorizzi in deroga le Regioni a poter uccidere, legalmente, fino al 5% della popolazione stimata del lupo in Italia. La complessa situazione delle predazioni non si risolve però con l’abbattimento di 60 esemplari di lupo.

“Siamo contrari alla deroga che permetterebbe l’abbattimento del lupo – afferma Angelo Gentili, esponente grossetano di Legambiente – perché così facendo si mettono in dubbio anni di buone pratiche e di impegno sul tema della prevenzione del conflitto, di cui diversi territori sono stati esempio a livello europeo, di condivisione con gli allevatori e nel contrasto al bracconaggio". 

Attualmente vengono abbattuti circa 300 lupi l’anno, uno ogni 29 ore. "Autorizzare ulteriori abbattimenti, questa volta legali, - spiega - vorrebbe dire mettere a rischio lo stato di buona conservazione della specie senza assicurare il superamento delle vere cause di difficoltà degli allevatori". 

Per Legambiente occorrerebbe individuare in stretto contatto con gli allevatori le azioni necessarie per far coesistere l’allevamento di qualità e il lupo, come ad esempio le recinzioni, i cani da guardianìa e gli indennizzi per i danni diretti e indiretti e la lotta al randagismo. A differenza dei lupi, infatti, i cani randagi non temono l’uomo perché lo conoscono e uccidono in maniera disordinata, mentre il lupo preda in maniera più selettiva”.

Ricordiamo anche che il lupo è un animale protetto proprio perché considerato specie a rischio estinzione, e rappresenta tra l’altro l’unico predatore degli ungulati selvatici presenti in modo sempre più significativo. Oltre a prevedere indennizzi per danni diretti e indiretti occorre moltiplicare le catture di ibridi e canidi e al tempo stesso ridurre sensibilmente il randagismo canino moltiplicando le azioni per una campagna efficace contro l’abbandono, favorendo la sterilizzazione, il possesso responsabile del cane e l’adozione dei cani abbandonati.


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