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Cronaca lunedì 07 marzo 2022 ore 19:35

Offese e violenze sui social al compagno di scuola disabile

 Polizia postale - foto di repertorio
foto di repertorio

La polizia postale ha denunciato 5 adolescenti fra i 14 e i 15 anni per cyberbullismo con l'aggravante della discriminazione e dell'odio etnico



GROSSETO — E' affetto da una grave disabilità il ragazzo divenuto bersaglio di innumerevoli messaggi violenti, offensivi, discriminatori e razzisti  pubblicati su una chat Whatsapp da 5 compagni di scuola, tutti di età compresa fra i 14 e i 15 anni, identificati e denunciati dalla Polizia postale. I 5 adolescenti sono accusati di atti persecutori nei confronti di un loro coetaneo, con le aggravanti di aver agito "per finalità di discriminazione e odio etnico" e per "motivi abietti come il bullismo", oltretutto contro una vittima particolarmente indifesa, costretta dalle sue condizioni di salute a frequentare la scuola in dad e a lunghi periodi di ricovero in ospedale.

E' stata la madre del ragazzo disabile ad accorgersi dei messaggi contro il figlio scambiati su una chat Whatsapp della classe. Preoccupata e amareggiata, la donna ha chiesto aiuto a un'insegnante che ha sporto denuncia alla Polizia postale. Gli specialisti della Polposta hanno quindi estrapolato la chat e individuato i responsabili delle condotte offensive e discriminatorie. Il procuratore capo Antonio Sangermano della procura del Tribunale dei minori ha quindi disposto 5 provvedimenti di perquisizione a carico degli adolescenti identificati che sono stati eseguiti stamattina. Nel corso delle operazioni, gli agenti hanno trovato elementi a supporto dei reati contestati ai ragazzi e non escludono ulteriori sviluppi dall’analisi dei dispositivi informatici sequestrati.

Dall'inizio della pandemia di Covid gli episodi di cyberbullismo sono aumentati esponenzialmente e vengono perseguiti con severità anche sui minorenni visto che, al compimento dei 14 anni, i ragazzi diventano penalmente responsabili delle loro azioni sul web e quindi imputabili.

"Sul web ogni comportamento può essere tracciato, ricostruito e denunciato alla Polizia se arreca danno a chi lo subisce - ricorda la Polizia Postale in una nota - Gli insegnanti, in quanto pubblici ufficiali, hanno l’obbligo di denunciare fatti penalmente rilevanti commessi o subiti dagli studenti. Diffamazioni, minacce e insulti in rete devono essere denunciati dalle vittime e quindi è importante informare le famiglie su cosa sta succedendo e sul loro diritto di fare una segnalazione o sporgere denuncia".

"La vigliaccheria sul web è molto grave in quanto dietro ad un cellulare o a uno schermo si pensa di poter dire cose che nella realtà non si riuscirebbe mai a dire - sottolinea la Polizia postale - Proprio per questo l’uso corretto delle parole in rete è fondamentale per crescere bene e nel rispetto della legalità e della dignità di tutti".

Di qui l'appello della Polizia postale ai giovani: "Se sei vittima di prepotenze in rete NON RIMANERE IN SILENZIO, anche sul web ci sono regole, leggi e polizia in grado di ascoltarti, aiutarti, trovare le tracce e identificare i prepotenti".


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