Attualità mercoledì 27 febbraio 2019 ore 11:59
Ictus, un team multidisciplinare a Grosseto

Oltre duecento pazienti presi in carico in tre anni nell'ospedale Misericordia. In Toscana sono stimati circa 10mila casi all’anno
GROSSETO — Oltre 200 pazienti colpiti da ictus in tre anni e presi in carico dall’ospedale di Grosseto attraverso un team multidisciplinare che fa parte della Rete Stroke.
Sono i numeri che caratterizzano una patologia molto difficile. L’ictus cerebrale, infatti, è la più frequente emergenza neurologica nella popolazione dei paesi occidentali. E’ la principale causa di disabilità, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte, con conseguenti enormi costi sanitari e sociali per i sistemi sanitari. In Toscana sono stimati circa 10mila casi all’anno.
"Gli oltre 200 pazienti grossetani - si legge in una nota della Usl Toscana sud est- sono stati sottoposti alla fibrinolisi, una
terapia di provata efficacia e indicata nelle prime 4 ore e mezza
dall’insorgenza dei sintomi (patologia tempo-dipendente). Il trattamento
fibrinolitico endovenoso è gestito da un team multidisciplinare formato da
neurologi (in particolare Manuele Bartalucci e Simone Gallerini) e medici del
PS (soprattutto Vincenzo Groccia e Dario Marietti). Questi professionisti si
avvalgono della stretta collaborazione della Neuroradiologia (in particolare
Mauro Zocchi e Marco Cirinei) per l’aspetto diagnostico, oltre ad avere un
contatto sistematico con la Stroke Unit e la Neuroradiologia dell’A.O.U. Senese
per il trattamento endovascolare. Grosseto è centro di riferimento per la fibrinolisi endovenosa sistemica anche
per gli altri quattro ospedali (Castel del Piano, Massa Marittima, Orbetello e
Pitigliano). Inoltre è l’unico presidio provinciale in grado di eseguire esami
neuroradiologici di secondo livello (AngioTAC, TAC perfusionale e Risonanza
Magnetica). L’infusione endovenosa del farmaco fibrinolitico avviene direttamente nella
saletta chirurgica del Pronto Soccorso grossetano per velocizzare i tempi del
trattamento, con successivo monitoraggio nelle prime 24-48 ore nell’Osservazione
Breve, prima di essere trasferito nel reparto di Neurologia per la successiva
fase di cura e riabilitazione, a meno che non sia indicato il trasferimento a
Siena per il trattamento endovascolare".
Nel 2014 la Regione Toscana ha definito le linee di indirizzo alle Aziende per
la realizzazione della Rete Ictus che prevede l’adozione di un modello
organizzativo uniforme in grado di assicurare su tutto il territorio regionale
gli standard clinico-assistenziali raccomandati per ridurre al minimo gli esiti
permanenti della malattia.
Nel territorio dell’Area Vasta Sud Est sono presenti quattro presidi
ospedalieri accreditati per la fibrinolisi endovenosa (Siena, Arezzo, Grosseto
e Montevarchi), mentre il trattamento endovascolare è praticabile attualmente
solo presso l’A.O.U. Senese.
Il protocollo interaziendale recentemente pubblicato stabilisce anche i criteri
di centralizzazione diretta verso l’AOU Senese e del trattamento combinato
(fibrinolisi iniziata a Grosseto e successiva terapia endovascolare a Siena, il
cosiddetto “Drip and Ship”). “Questa organizzazione ha permesso di aumentare il
numero di coloro che, colpiti da ictus ischemico, hanno potuto beneficiare del
trattamento più innovativo e appropriato” affermano Mauro Breggia, direttore del
PS/DEA, e Roberto Marconi, direttore della UO di Neurologia di Grosseto.
“Dal 2016 al 2018 sono stati trattati con le diverse modalità terapeutiche
oltre 200 pazienti, 180 sottoposti a fibrinolisi endovenosa e 78 pazienti sono
stati inviati a Siena per terapia endovascolare (24 nel 2016, 27 nel 2017 e nel
2018) – concludono i due professionisti - Numeri significativi, a nostro
avviso. L’auspicio è che questo percorso, che garantisce una riduzione della
disabilità e un miglioramento del tasso di sopravvivenza, venga implementato e
sostenuto con risorse ulteriori, finalizzate a rafforzare le performance dello
Stroke Team, costituito da professionisti appassionati e competenti, che con
grande spirito di servizio svolgono in parallelo un delicato ma importante servizio
sanitario nella nostra comunità”.
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