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Attualità venerdì 04 novembre 2016 ore 15:47

Le cronache di Vita Nova per ricordare l'alluvione

La cattedrale fu il primo centro di assistenza, poi i giovani e i volontari organizzarono i primi sopralluoghi dopo l'alluvione del '66



GROSSETO — Anche la Chiesa di Grosseto vuol celebrare l’anniversario tragico dei cinquant’anni dall’alluvione che il 4 novembre 1966 colpì duramente Grosseto. Lo ha fatto dedicando ampi servizi, sugli ultimi due numeri del settimanale diocesano Rinnovamento, ai ricordi e alle testimonianze su quei giorni, che provarono duramente la gente di Maremma, ed anche allestendo una piccola mostra sulla navata destra della Cattedrale

Nell'allestimento sono stati proposti ritagli del settimanale diocesano dell’epoca, Vita Nova, che per diversi mesi raccontò l’impegno della Diocesi per far fronte agli innumerevoli bisogni delle persone. La piccola mostra è arricchita anche da alcune foto.

Oltre a questa piccola mostra, domenica 6 novembre alle ore 18 il vescovo Rodolfo presiederà la Messa in Cattedrale nel ricordo dell’evento, per pregare per tutte quelle persone che oggi non ci sono più, ma che in quei difficili momenti dettero un contributo determinante per aiutare la gente a risollevarsi, ma anche per affidare a Dio questa città e i suoi territori.

“Quel 4 novembre ’66 – racconta don Franco Cencioni, all’epoca parroco della Cattedrale – vedendo la furia delle acque che aveva invaso piazza Dante, piazza Duomo e il centro della città, mi precipitai insieme all’amministratore apostolico, il vescovo Primo Gasbarri, e don Amleto Pompili, canonico del Duomo e responsabile dell’Opera diocesana assistenza, in Prefettura, da dove il Vescovo poté mettersi in contatto con la Santa Sede. Da lì dettero immediata disposizione a monsignor Gasbarri di impegnare subito 5 milioni di lire per far fronte ai primi bisogni”.

In Cattedrale fu allestito il primo centro di assistenza, mentre coi giovani di Azione Cattolica e della Fuci furono organizzati i primi giri, su un anfibio dell’Esercito, nelle zone di via de’ Barberi e delle strade tra Porta Vecchia e Porta Corsica.

Quel che resta, a distanza di anni, è però soprattutto il ricordo di come quella tragedia fu capace di generare bene e solidarietà. Una solidarietà concreta che raggiunse la cifra di ben 109 milioni di lire, 48 dei quali del papa, per aiutare chi aveva perso tutto o aveva subito danni a ricominciare.


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