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Politica mercoledì 08 febbraio 2017 ore 16:59

"La riforma in atto potenzia i territori"

Stefania Saccardi

Così l'assessora Saccardi replica al consigliere Mugnai e al sindaco di Grosseto che teme il depotenziamento di Grosseto con le nuove zone distretto



GROSSETO — "Le dichiarazioni del consigliere Mugnai, che definisce 'proposta monstre' la pdl 154 sulle nuove zone distretto e quelle del sindaco di Grosseto, che parla di 'marchingegno architettato unilateralmente dalla giunta regionale per depotenziare Grosseto', sembrano non voler capire il senso della riforma in atto". Così l'assessora al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi torna sulla questione delle zone distretto, sollecitata dalle nuove dichiarazioni del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna e del consigliere di Forza Italia Stefano Mugnai (leggi gli articoli correlati).

"La pdl 154 sulle nuove zone distretto - ha detto Saccardi - va compresa in un quadro complessivo che la lega alla legge regionale 84/2015, che ha tagliato da 12 a 3 il numero delle aziende sanitarie, quindi ha ridotto i centri decisionali, tagliando i costi e migliorando la capacità di programmazione. Come bilanciamento è stato previsto un potenziamento dei territori, attraverso le zone distretto, come mai era stato in passato".

Le zone distretto cammineranno sulle loro gambe all'interno del sistema sanitario regionale toscano, anche dal punto di vista di budget. "Servono anche dimensioni adeguate a generare economie di scala, - ha specificato l'assessora - ma soprattutto a sviluppare le competenze necessarie per valutare i bisogni, programmare gli obiettivi ed erogare i servizi. La questione vera è che, già oggi, le piccole zone non sono in grado di fornire le risposte necessarie ai cittadini. Le zone devono essere vicine, anche tramite i propri amministratori, ai cittadini, ma insieme devono anche essere in grado di avere le risorse e le competenze per rispondere alle loro esigenze".

Per quanto riguarda l'accorpamento delle zone, secondo l'assessora Saccardi, questo è "un modo per ridurre i costi amministrativi e investire maggiori risorse sui servizi, questo a vantaggio, sopratutto, delle zone più piccole. L'unione servirà per gestire meglio anche il Fondo sociale europeo, con tutte le risorse in gioco".


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