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Cronaca lunedì 09 luglio 2018 ore 14:24

Accalappia il cliente e poi non attiva il servizio

Una famiglia grossetana è rimasta per due mesi senza connessione e il gestore telefonico è stato condannato a pagare 600 euro di risarcimento



GROSSETO — Cronaca di un ordinario disservizio. La definizione è di Confconsumatori che ha reso noto un ennesimo episodio di grave inefficienza da parte di un gestore telefonici che però, questa volta, è stato condannato a risercire le 'vittime'. Ma andiamo con ordine.

Nell’agosto 2016 una famiglia grossetana aveva necessità, come tante altre, di avere una connessione internet più veloce per esigenze di studio dei figli. I genitori si sono recati quindi nel punto vendita grossetano di una nota compagnia dove i commessi hanno confermato la funzionalità della fibra e l’avvio del servizio entro pochissimi giorni.

A quel punto perà la famiglia è entrata in un ginepraio di scaricabarile fra società telefoniche con la conseguenza che il nuovo servizio fibra non è stato mai attivato mentre il vecchio collegamento adsl, insieme al servizio voce del precedente gestore, ha cessato di funzionare.

La famiglia si è quindi rivolta alla Confconsumatori che ha attivato la procedura di conciliazione paritetica con la compagnia telefonica. Pochi giorni dopo, un operatore della società ha contattato direttamente la famiglia assicurando (siamo i primi di settembre) che il servizio voce e fibra sarebbe stato garantito entro due o tre giorni.

Dando credito alle parole del rappresentante del gestore telefonico, l'utente hanno atteso non per due o tre giorni ma per settimane con la conseguenza che il numero telefonico finito nel limbo tra due compagnie non era più trasferibile neanche a un terzo operatore.

A quel punto la famiglia ha deciso da un lato di attivare un nuovo numero telefonico con fibra presso un altro operatore dando mandato agli avvocati grossetani di Confconsumatori di chiedere il giusto ristoro del danno.

Con la recente e rapida sentenza, il giudice di pace di Grosseto ha rinvenuto nella negazione del servizio telefonico domestico al consumatore la violazione dei precetti costituzionali e conseguentemente ha condannato la compagnia telefonica non ad un modesto indennizzo contrattuale ma al risarcimento del danno esistenziale nella misura di euro 600 a fronte di sessanta giorni di telefono muto, oltre alle spese di procedura.

"E’ bene ricordare che si tratta, purtroppo, di un caso non isolato ma appunto di una storia di ordinario disservizio che viene ormai ripetutamente affrontata dalla Confconsumatori grossetana - spiega l'associazione dei consumatori - Pertanto eventuali malcapitati utenti possono rivolgersi all'associazione".

I residenti in Toscana possono comunque contattare le sedi territoriali dell’associazione ricercando i recapiti sul sito di Confconsumatori Toscana.


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