Attualità

Toscana con la peste suina alle porte

Ci sono focolai vicino ai confini regionali a sud nel Lazio e a nord ovest in Liguria. Territori battuti palmo a palmo a caccia di casi sospetti

La Toscana ha la peste suina alle porte, con focolai a pochi chilometri dai confini regionali sia a sud, nel Lazio, che a nord ovest in Liguria. La Regione ha fornito kit per la rilevazione della Psa anche alle associazioni venatorie, e i territori sono battuti palmo a palmo a caccia di casi sospetti. Finora non ne è emerso alcuno.

A fare il punto della situazione rispetto alla Psa sono stati in Consiglio regionale gli assessori regionali Stefania Saccardi (vicepresidente della Toscana con delega all'agricoltura) e Simone Bezzini (sanità) nel corso di un'audizione davanti alle commissioni sviluppo economico e rurale presieduta da Ilaria Bugetti e sanità presieduta da Enrico Sostegni.

La Regione ha costituito una task force di contrasto alla diffusione della malattia: si tratta di un coronavirus ad alta capacità diffusiva fra i suini. Per questo il monitoraggio coinvolge tanto gli allevamenti quanto le popolazioni di cinghiali. Gli allevamenti allo stato brado o semibrado sono i più esposti al contagio. E se entrano in contatto con un cinghiale infetto e anche solo un capo si ammala, tutti vanno abbattuti.

In Italia, è stato spiegato, i casi di Psa sono stati rinvenuti in una fascia tra il Piemonte (119 casi) e la Liguria (63 casi), e nel Lazio, un caso all’interno del raccordo anulare e uno a Rieti, che si ritiene già chiuso. I casi registrati in Liguria hanno lambito i confini toscani, perciò sono stati battuti palmo a palmo i territori di Massa e di Carrara. Gli uomini non contraggono la malattia, ma possono esserne vettori ad esempio trasportando carne contagiata. 

In Toscana sono stati forniti kit per la rilevazione della Psa, anche ad associazioni venatorie, e distribuito un depliant informativo con informazioni pratiche per allevatori, cacciatori, ma anche per chi va a cercare funghi. Sono state definite le procedure per lo smaltimento di eventuali carcasse di cinghiali che fossero trovati infetti. 

I protocolli avviati hanno prodotto l’analisi di 509 carcasse di cinghiale e 70 di suini domestici. Il campionamento è iniziato dal 2020.