Il giornalismo investigativo premia la Maremma e l'orbetellano Pietro Mecarozzi col suo video d'inchiesta Maremma felix sulle infiltrazioni criminali nel territorio. Il giornalista appena 28enne era entrato nella rosa dei 5 finalisti della decima edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo nella categoria video. Il suo tutor giornalistico è stato Danilo Procaccianti.
La sua inchiesta ha convinto la giuria del concorso riservato a giovani con meno di 30 anni che lo ha selezionato come vincitore e premiato nella serata svoltasi sabato scorso a Torino. La targa gli è stata consegnata dal presidente dell'associazione Amici di Roberto Morrione e da Stefano Marroni, nuovo capo ufficio stampa della Rai.
"Per aver illuminato, con coraggio e determinazione, un territorio apparentemente sano e immune dalla tradizionale presenza mafiosa, attraverso un racconto brillante e meticoloso che scava nelle viscere di una Toscana sconosciuta diventata ormai terreno di espansione criminale, strisciante e silenziosa", recita la motivazione.
Classe 1993, Mecarozzi è giovane ma non certo un debuttante. Sceglie infatti la carriera giornalistica ad appena 18 anni e oltre al master in giornalismo politico-economico conseguito alla Business School de Il Sole 24 Ore ha all'attivo tanta gavetta su varie testate della carta stampata, stage e qualche anno da freelance.
Poi l'approdo milanese, nel 2019, come redattore de Linkiesta. E proprio il giornalismo d'inchiesta compone la sua carriera al fulmicotone, spesso su temi ambientali, sempre in cerca di quanto hanno da dire i dietro le quinte della realtà.