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"Quella Unicoop, non una semplice crisi aziendale"

A dirlo è Cgil Grosseto dopo il piano di ridimensionamento presentato da Unicoop Tirreno. La mannaia dei licenziamenti pende anche in Maremma

Quella di Unicoop Tirreno, secondo Andrea Ferretti, della Cgil di Grosseto, non è una semplice crisi aziendale, ma la traduzione di un dramma sociale dell'intero territorio. 

"Un colpo alla sua storia, una disgrazia di famiglia annunciata con una fredda comunicazione ai sindacati dal 'tagliatore di teste' Franco Giampaoletti. - ha commentato - Sono 481 esuberi equivalenti full time, buttati in pasto all’opinione pubblica con la leggerezza di chi non si preoccupa troppo dell’impatto che avranno sulla vita delle persone".

"D’altronde che remore può avere un manager che ai primi di dicembre ha lasciato il Comune di Genova per entrare in Unicoop Tirreno, ed è già in partenza per ricoprire a marzo il ruolo di city manager in Campidoglio?", una domanda al veleno da Cgil e diretta ai vertici di Uniccop Tirreno.

Le chiusure sono: a Livorno in via Mastacchi, a Grosseto in via Pirandello e via Pisacane, a San Vincenzo in piazza Fratelli Serini, a Gavorrano in piazza IV Novembre e a Porto San Stefano in via Lambardi. Anche in Maremma arriva la mannaia dei licenziamenti (leggi l'articolo consigliato) che pesa su 116 full time per la cessione di 8 negozi e 110 dalle chiusure di 13 negozi. Sono, invece, 160 i licenziamenti nella sede di Riotorto e ulteriori 95 esuberi nella rete di vendita. A questi, però, Cgil aggiunge tutti quegli stagionali che andavano ad aggiungere forza lavoro nelle località turistiche durante il periodo estivo o in generale durante le festività. 

"Tutte persone illuse per anni di aver raggiunto un approdo sicuro tra le braccia della grande cooperativa - hanno concluso - e che oggi non verranno più richiamate o ai quali non rimarranno in mano che promesse vuote".