Politica

Balneari, Marras riprende Confcommercio

Il problema è l'approvazione della nuova legge. “Da Confcommercio Grosseto affermazioni inaccettabili. Incontriamoci, vi spiegherò meglio la legge”

Il presidente Balneari Confcommercio Grosseto ha detto che la legge approvata dal consiglio regionale sulle concessioni demaniali è peggio della Bolkestein. Replica il consigliere Leonardo Marras capogruppo PD in Regione, che commenta le dichiarazioni di Enrico Franceschelli.

“Siamo consapevoli di essere di fronte a una situazione delicata per chi lavora nel settore – ha detto Marras - e abbiamo voluto mettere in campo uno strumento legislativo adeguato per affrontarla, non ideologico, con l’obiettivo di tutelare le diverse esigenze. Siamo tutti in attesa della sentenza della corte europea, intanto vogliamo dare la possibilità a imprese già titolari di concessione di non rischiare di capitolare sotto la mannaia della Bolkestein e nello stesso tempo puntiamo a favorire la riqualificazione ambientale e turistica della nostra zona costiera, anche incoraggiando forme di sinergia tra pubblico e privato in grado di innalzare la qualità dell’offerta. Offriamo loro un’opportunità, senza imporre nessun obbligo, ma solo prevedendo la facoltà per ciascuna impresa di presentare la richiesta al proprio comune dell'atto formale".

Prima che la proposta approdasse in consiglio, il presidente della Commissione sviluppo ha incontrato informalmente Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confindustria e relative categorie balneari; ha poi ricevuto contributi, non recepibili, da Cna e Confindustria, ma nessuna richiesta di audizioni formali in Commissione. "A Franceschelli dunque chiedo: - prosegue - è sicuro di non essere lui quello poco attento? Da parte mia rinnovo la massima disponibilità ad incontrare gli operatori del settore per descrivere meglio la legge”.

Secondo il provvedimento approvato, le imprese balneari, comprese quelle insediate in ambiti già oggetto di concessione, potranno chiedere il rilascio di una nuova concessione da 6 a 20 anni ai sensi della legge 400/1993 proponendo un piano di investimenti che sarà sottoposto a procedura comparativa a tutela del principio della concorrenza e della libertà di stabilimento che l'Unione Europea intende affermare.