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Attualità mercoledì 14 febbraio 2024 ore 08:55

Giovani toscani nella rete dei cyberbulli

ragazza disperata davanti al pc

Il bullismo offline è in diminuzione, ma prende sempre più piede via web specialmente ai danni delle ragazze. Indagine condotta su 9.200 studenti



TOSCANA — Meno bullismo offline, più cyberbullismo. Se il fenomeno complessivamente mostra un arretramento, con il 16% dei ragazzi toscani che affermano di aver subito prevaricazioni da parte di coetanei nel corso del 2022 rispetto al 23% del 2018, aumenta la quota di coloro che ne sono rimasti vittime sul web: il 36,5% sul totale, rispetto al 25,2% del 2018.

Fra chi ha dichiarato di esser stato vittima di violenze nel 2022, il 13,7% lo è stato solo in rete, e un altro 22,8% ha confessato di aver subito sia bullismo che cyberbullismo.

I numeri giungono dall’Agenzia regionale di sanità della Toscana e in particolare dell’indagine Edit condotta su un campione di poco più di 9.200 studenti tra 14 e 19 anni di 86 istituti scolastici.

I risultati della ricerca sono stati illustrati ieri da Caterina Milli all’Educatorio del Fuligno a Firenze, nel corso di un convegno organizzato dalla giunta regionale con il programma Giovanisì assieme ad Anci Toscana, l’associazione dei Comuni.

Cresce il cyberbullismo, conseguenza statistica probabilmente inevitabile con l’intensificarsi delle relazioni tra le persone che passano sempre più dalla Rete. Complessivamente gli episodi di cyberbullismo pesano per il 36,5% sul totale, rispetto al 25,2% del 2018. Tra le ragazze sono lievitati dal 28 al 44,6%, quasi stazionari tra i ragazzi: dal 23,23 al 24,3%. La gradazione è ampia: si va dalla presa in giro ad offese ed insulti, dall’esclusione dal gruppo e scherzi pesanti alle minacce, ed aggressioni.

Non solo, però: su internet cresce anche il rischio di subire altri tipi di violenza, anche se per due ragazzi su tre della generazione Z, tra i 14 e i 26 anni, la scuola rimane comunque il luogo più probabile dove chi, indifeso, può rimanere vittima di comportamenti aggressivi, secondo l’indagine condotta da Terres des Hommes insieme a OneDay e la comunità di ScuolaZoo.

Contro bullismo e cyberbullismo la Regione Toscana scende in campo stanziando 360mila euro per finanziare 62 progetti di altrettanti comuni capofila che prevedono interventi nelle scuole e nelle associazioni sportive in collaborazione con enti del terzo settore.

Il filo rosso è dare una risposta ad un fenomeno che necessita di contromisure e strumenti di lettura. Diverse le strategie pensate: dall’insegnare il rispetto della diversità alla formazione del personale scolastico, dal fornire aiuto ai genitori affinché acquisiscano maggiore consapevolezza a campagne di informazione e sensibilizzazione. Un’azione di prevenzione, con il supporto anche delle nuove tecnologie che non sono un nemico da combattere ma un mezzo da utilizzare bene o addirittura un alleato.

Ragionare sui numeri del fenomeno

Sui numeri - e sulle possibili politiche da mettere a terra per affrontare il fenomeno, dentro e fuori la Rete - hanno ragionato, nel corso della mattina, gli assessori regionali al diritto alla salute Simone Bezzini e alla sicurezza Stefano Ciuoffo, assieme al presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni. A seguire l’intervento del portavoce del presidente della Regione Bernard Dika e l’analisi dei progetti coi sindaci dei vari territori e con gli esperti.

“La Regione – ha detto Ciuoffo - sta esplorando questi temi, per cercare di avviare percorsi non tanto per trovare la soluzione, perché il tema è molto ampio e complesso, ma quanto meno per lavorare sugli approcci e i metodi con i quali essere a disposizione dei percorsi formativi, accompagnando i giovani in un mondo completamente nuovo”. 

“L’innovazione tecnologica – ha proseguito - ha messo a disposizione elementi di assoluta novità, con la conseguenza che anche i percorsi di formazione sono diversi dalle passate generazioni. Il progresso non va negato, ma sollecitato gestendolo. Così come abbiamo aggiornato nel tempo regole e norme per circolare con l’auto in sicurezza, ugualmente dovremmo darci delle regole per navigare in rete”. “La domanda che ci dobbiamo porre – ha concluso Ciuoffo- è se, rispetto a queste novità, abbiamo messo in campo regolamenti e comportamenti adeguati ”.

Anche lo sport può aiutare. Non a caso al convegno era presente Gek Galanda, exgiocatore della nazionale di basket, consigliere federale della Federazione italiana pallacanestro e responsabile del settore scuola.

Ciuoffo si è poi soffermato sulle difficoltà degli adolescenti tra 10 e 14 anni:  “E’ l’età in cui ci si forma – sono state le sue parole - e il confronto nella comunità, nella famiglia e nella scuola non può essere sostituito da un percorso di formazione sostanzialmente virtuale. Lì dobbiamo mettere le mani. E ad oggi credo che questo percorso non sia compiuto”.

“Si tratta di un tema delicatissimo – sottolinea l’assessore Bezzini -, che occorre indagare ed approfondire: un fenomeno che ha radici lontane nel tempo ma che in questo momento storico subisce anche delle evoluzioni che ci spiazzano e piene di sfaccettature. Bullismo e cyberbullismo sono un pericolo per la coesione delle nostre comunità ma hanno un impatto, nei casi più gravi, anche sulla salute dei singoli. Tutti i protagonisti del sistema istituzionale devono confrontarsi e lavorare in rete e serve un grande lavoro di squadra. Già lo stiamo facendo e siamo a disposizione per implementalo. Non si può affrontare questi temi a compartimenti stagni e c’è bisogno di un approccio multiprofessionale e multidisciplinare”.

“Certi fenomeni ci sono sempre stati – ha chiosato Biffoni - , ma oggi, con l'avvento delle nuove tecnologie, bisogna farsi carico dei ‘manganellatori seriali’ che agiscono non solo contro le persone famose, ma anche su compagni di scuola o colleghi di lavoro. Non dobbiamo dare niente per scontato e non dobbiamo sottovalutare il fenomeno”. 

“Noi come amministratori siamo esposti – ha aggiunto - , ogni tanto ci capita di finire nel mirino; ma se penso a un ragazzo o una ragazza che finiscono oggetto di questo tipo di aggressione, credo sia indispensabile agire. Dobbiamo capire quali sono gli strumenti per combattere il cyberbullismo e lavorare insieme, esattamente come abbiamo fatto in passato per il bullismo a scuola”.

Per prevenire la violenza che passa dalla Rete per 6 ragazzi su 10, secondo la ricerca nazionale di Terres des Hommes, sarebbe utile una maggiore regolamentazione di internet: paletti percepiti come una limitazione personale solo dall’8 per cento degli intervistati. Per quasi un ragazzo su tre regole in più non porterebbero però maggiore protezione.


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