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Attualità lunedì 02 ottobre 2023 ore 09:45

Stop ai pescherecci toscani, fermo pesca nel Tirreno

pescatore

Blocco delle attività delle marinerie toscane per tutto il mese di Ottobre. Sempre freschi in tavola i prodotti ittici di acquacoltura e dalle draghe



TOSCANA — Stop al pesce fresco dal mar Tirreno sulle tavole dei consumatori: scatta infatti il fermo pesca per tutto il mese di Ottobre, con blocco delle attività delle marinerie da Genova a Livorno, da Napoli a Gioia Tauro, da Palermo a Cagliari. Resta invece disponibile il prodotto ittico dalle draghe, della piccola pesca e dall'acquacoltura. In Toscana si fermano 120 pescherecci a strascico.

A darne notizia è Coldiretti Impresapesca Toscana in occasione dell’avvio del provvedimento che dal 1° al 30 Ottobre ferma le operazioni nei porti di Liguria, Toscana, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Qualcosa di simile era avvenuto già nel 2022, e adesso in aggiunta ai periodi di fermo prefissati i pescherecci dovranno effettuare ulteriori giorni di fermo a seconda della zona di pesca e del tipo di risorsa pescata.

Nonostante l’interruzione dell’attività sulle tavole delle regioni interessate – precisa Coldiretti Impresapesca – sarà comunque possibile trovare prodotto italiano, dal pesce azzurro come le alici e le sarde, al pesce spada, ed inoltre a spigole, orate, sogliole, cannocchie, vongole e cozze provenienti dalle barche della piccola pesca, dalle draghe e dall’acquacoltura.

Il fermo cade quest’anno in un momento difficile per le flotte – denuncia Coldiretti Impresapesca – con l’impennata del prezzo del gasolio che negli ultimi tre mesi ha fatto registrare un incremento del +25%, fino a 90 centesimi al litro. Senza dimenticare l’invasione del granchio blu che sta danneggiando gravemente le attività di acquacoltura lungo tutta la penisola.

Secondo Coldiretti Impresapesca, l’assetto del fermo pesca 2023 non risponde ancora in tutti gli areali alle esigenze delle aziende né a quelle di sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale, tanto che lo stato di alcune risorse che il fermo vorrebbe tutelare, in una delicata fase di vita, nei 38 anni di fermo pesca non è gran che migliorato. La flotta nazionale invece ha visto una contrazione con perdita di circa il 33% delle unità da pesca e 18mila posti di lavoro.


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