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Attualità mercoledì 22 luglio 2020 ore 15:00

Legambiente, "necessaria l'area marina protetta"

Foto di Massi Macii

Legambiente chiede al Governo di riavviare il percorso per un'area marina protetta anche all'isola d'Elba e all'isola del Giglio



ISOLA D'ELBA — "Riavviare immediatamente l'iter di istituzione per l'Area Marina Protetta (AMP) dell'Arcipelago Toscano, così come chiedono da anni cittadini e associazioni delle comunità interessate". 

Con questo appello Legambiente Toscana e i circoli dell'Arcipelago tornano a parlare dell'annosa vicenda dell'area, in occasione della tappa toscana della Goletta Verde.

Più di cinquemila persone hanno firmato una petizione lanciata nel maggio scorso da Legambiente Arcipelago Toscano, Guide subacquee del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano, Ced – Associazione Centri Elbani Diving e Asd Diversamente Marinai, e indirizzata al Ministero dell'Ambiente, al Presidente della Regione Toscana, ai sindaci dell'arcipelago, al Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano.

Quest'anno la Goletta Verde non segue il classico itinerario coast to coast a bordo dell'imbarcazione, che si prende per la prima volta una piccola pausa nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia.

"Con la petizione - spiegano da Legambiente - si chiede di riaprire l'iter istituzionale avviato – ma mai arrivato a compimento – già nel lontano 1982, confermato dalla legge 394 del 1991 sulle aree protette, e successivamente dagli accordi dagli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia, come la Convenzione di Barcellona e gli obiettivi di Aichi per la biodiversità. Dopo 38 anni di discussioni è giunto il momento di compiere un salto di qualità che possa garantire il futuro dell'Arcipelago Toscano, nella difesa e gestione oculata delle sue risorse e nella valorizzazione e salvaguardia dei mestieri del mare, a cominciare dalla tutela della piccola pesca costiera e delle attività subacquee e di diporto sostenibile".

Legambiente chiede quindi di istituire effettivamente (e finalmente) una vera Area Marina Protetta e superare i vincoli a mare che riguardano Gorgona, Pianosa, che comprenda anche zone marine dell'Elba e del Giglio, sulla scorta di quanto avvenuto per l'Area Marina Protetta di Capraia.

"Istituire un'Area Marina Protetta - spiegano da Legambiente - significa creare prosperità per i cittadini di oggi e per le generazioni a venire, contribuendo a trovare la soluzione per coniugare benessere ambientale ed economico, portando a un ripopolamento ittico e quindi a un incremento del pescato a medio/lungo termine e a un aumento dell’attrattiva turistica. La sensibilità verso la tutela dell’ambiente e la crisi che i comuni costieri toscani devono affrontare a seguito del covid-19, chiedono alle istituzioni scelte coraggiose che contribuiscano al rilancio dei territori e al benessere di tutti i cittadini residenti, dei turisti, degli abitanti dei comuni limitrofi".

"I tempi, a vedere dalla reazione di elbani, isolani e amici dell’Arcipelago, sembrano maturi. La palla passa ora alla politica, al governo e alle amministrazioni locali, - aggiungono da Legambiente - che dovrebbero chiudere una vicenda che si trascina da troppo tempo. L'Arcipelago Toscano e il suo mare meraviglioso e ancora vibrante di vita e bellezza non possono più aspettare".

Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana inoltre dichiara:" Il ministro Costa riavvii subito l'iter per l’istituzione dell’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano, come chiedono le oltre 5.500 persone che hanno firmato la petizione”.

“Fatti nuovi e contrastanti come la foca monaca a Capraia, le balene all’Elba e la tartaruga marina al Giglio, e l’assalto mordi e fuggi di un turismo nautico senza regole, che sta devastando alcuni dei fondali più belli dell’Elba, ci dicono che amministratori comunali, forze politiche e governo non possono più nascondere la testa nella sabbia, anche perché la nuova direttiva sulla biodiversità dell’Unione Europea chiede a tutti i Paesi, Italia compresa, di proteggere almeno il 30% del loro mare”, conclude l'esponente di Legambiente Toscana.


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